Pinus balfouriana
Pino coda di volpe | |
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Esemplare di Pinus balfouriana | |
Stato di conservazione | |
Prossimo alla minaccia (nt)[1] | |
Classificazione scientifica | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
Divisione | Pinophyta |
Classe | Pinopsida |
Ordine | Pinales |
Famiglia | Pinaceae |
Genere | Pinus |
Sottogenere | Ducampopinus |
Sezione | Parryana |
Sottosezione | Balfourianae |
Specie | P. balfouriana |
Nomenclatura binomiale | |
Pinus balfouriana Balf., 1853 | |
Sinonimi | |
Nomi comuni | |
(IT) Pino a coda di volpe | |
Areale | |
Aree di diffusione |
Il Pino coda di volpe (Pinus balfouriana Balf., 1853) è un raro pino endemico della California, negli Stati Uniti, dove risulta presente con due subpopolazioni ubicate nelle Klamath Mountains e nella Sierra Nevada.[1]
Etimologia
[modifica | modifica wikitesto]Il nome generico Pinus, utilizzato già dai latini, potrebbe, secondo un'interpretazione etimologica, derivare dall'antica radice indo-europea *pīt = resina.[2] Il nome specifico balfouriana fu assegnato in onore di John Hutton Balfour, che per motivi bibliografici deve essere accreditato della scoperta della specie.[3]
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]Portamento
[modifica | modifica wikitesto]Albero alto fino a 22 m con tronco monopodiale, prevalentemente diritto o lievemente ricurvo, che può raggiungere 2,5 m di diametro, a chioma da largamente conica a irregolare; i rami del primo ordine sono corti e contorti, diramantisi orizzontalmente o assurgenti, quelli degli ordini superiori sono flessibili o spesso pendenti. I virgulti sono inizialmente di colore rosso-marrone, con l'età di colore grigio o giallo-grigio, glabri o puberolenti, con pulvini non decorrenti. I catafilli sono subulati, scariosi, lunghi 5-7 mm e di colore marrone, a margine intero e spesso decidui.[3][4]
Foglie
[modifica | modifica wikitesto]Le foglie sono aghiformi, fascicolate in gruppi di 5, persistenti per 10-30 anni, di colore verde intenso o verde-glauco nella faccia abassiale e con bande stomatiche nelle facce adassiali; sono lunghe 2-4 cm, con margini interi e punte acute o acuminate. Le gemme sono acute e ovoidali, resinose, rosso-marroni, lunghe fino a 1 cm, quelle laterali più piccole.[3][4]
Fiori
[modifica | modifica wikitesto]Sono strobili maschili inizialmente gialli (raramente rossi), poi marroni, di forma ellissoidale, lunghi fino a 1 cm e affollati nella parte terminale dei nuovi virgulti. I microsporofilli sono peltati, lisci e larghi circa 1 mm.[3][4]
Frutti
[modifica | modifica wikitesto]Le pigne maturano in circa due anni, cadendo subito dopo il rilascio dei semi. Lunghe 6-10 cm e larghe 4-6, sono sub-terminali, solitarie o a coppie, quasi sessili. Da immature sono erette, ovoidali, di colore porpora scuro; a maturazione sono ovoidali-cilindriche, di colore rosso-marrone. Presentano apofisi spesse, da rombiche a triangolari, ricurve, di colore rosso-marrone. Gli umboni sono dorsali e trasversalmente triangolari alla base, talvolta terminanti con debole spina di 1 mm. I semi sono ellissoidali-obovoidali, con apice lievemente acuto, lunghi 10 mm, marroni-chiari screziati di rosso intenso e con parte alata lunga 10-12 mm. [4][3]
Corteccia
[modifica | modifica wikitesto]La corteccia è di color salmone-grigio o cinnamomo, profondamente solcata o divisa in placche irregolari.[4]
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Foresta di P. balfouriana
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Pigna matura
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Esemplare adulto
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Aghi e pigne immature
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Tronco di pino a coda di volpe
Distribuzione e habitat
[modifica | modifica wikitesto]Questi pini crescono nelle regioni subalpine e alpine a quote comprese tra 1600 e 2400 m nelle Klamath Mountains, a quote comprese tra 2900 e 3700 m nella Sierra Nevada. Le formazioni di P. balfouriana sono molto aperte e si ritrovano su secchi, rocciosi e esposti pendii o sulle creste, normalmente prive di altre forme di vegetazione arborea. Possono essere pure o miste in associazione con P. albicaulis, talvolta anche con Juniperus occidentalis. La rigenerazione è estremamente lenta e saltuaria, probabilmente legata a cicli climatici, tanto che le popolazioni sono costituite da individui adulti e longevi. A differenza della specie Pinus longaeva, contigua e affine, l'età degli esemplari più anziani è indeterminata, ma si pensa che possa essere maggiore di 2000 anni.[1]
Tassonomia
[modifica | modifica wikitesto]Sono state trovate delle lievi differenze morfologiche e, presumibilmente, anche genetiche, tra le 2 popolazioni disgiunte delle Klamath Mountains e della Sierra Nevada, da taluni considerate come sottospecie o varietà. Questo orientamento è contestato da Farjon, A. (2017) e anche Plants of The World dei Kew Gardens non considera tali differenze.[3]
Sinonimi
[modifica | modifica wikitesto]Sono stati riportati i seguenti sinonimi:[5]
- Pinus balfouriana subsp. austrina R.J.Mastrog. & J.D.Mastrog.
- Pinus balfouriana var. austrina (R.J.Mastrog. & J.D.Mastrog.) Silba
Usi
[modifica | modifica wikitesto]Il pino coda di volpe non riveste importanza economica a causa della sua lentissima crescita e dell'inaccessibilità del suo habitat di vegetazione; il suo legno tuttavia è pregiato per talune lavorazioni artigianali, ma è vietata la raccolta anche dei tronchi morti. Fu introdotto a metà dell'800 in Inghilterra, e lì coltivato anche se la sua rara presenza si limita a poche collezioni di arboreti degli orti botanici; si conoscono solo due cultivar, di origine statunitense.[1]
Conservazione
[modifica | modifica wikitesto]Ha un areale primario di 136 km², diviso in due zone separate di 500 km tra loro, e con subpopolazioni frammentate e disperse con numeri di individui maturi che variano dalle poche unità alle centinaia di pini. Ogni esemplare anche milleniario si stima che effettui il ciclo riproduttivo molto saltuariamente e per questo motivo la rigenerazione della specie è estremamente lenta e episodica. Le minacce potenziali a questa specie sono legate alle polluzioni industriali e ai cambiamenti climatici, tuttavia la popolazione risulta stabile e ricade in aree fortemente protette. Per questi motivi P. balfouriana viene classificata come specie prossima alla minaccia (near threatened) nella Lista rossa IUCN.[1]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d e (EN) Farjon, A. 2013, Pinus balfouriana, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020. URL consultato il 1º novembre 2020.
- ^ Pinus, su American Conifer Society. URL consultato il 1º novembre 2020.
- ^ a b c d e f (EN) Aljos Farjon, A Handbook of the World's Conifers (2 vols.): Revised and Updated Edition, Brill, 2017, pp. 656-657. URL consultato il 1º novembre 2020.
- ^ a b c d e Pinus balfouriana Greville et Balfour ex Murray 1853, su The Gymnosperm Database. URL consultato il 1º novembre 2020.
- ^ Pinus balfouriana Balf., in Plants of the world. URL consultato il 1º novembre 2020.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Pinus balfouriana
- Wikispecies contiene informazioni su Pinus balfouriana
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Pinus balfouriana Balf., su BHL. URL consultato il 1º novembre 2020.
- (EN) Pinus balfouriana / foxtail pine, su American Conifer Society. URL consultato il 1º novembre 2020.
- (EN) Pinus balfouriana Balf., su Threatened conifers of the world. URL consultato il 1º novembre 2020.
Controllo di autorità | LCCN (EN) sh2007000962 · J9U (EN, HE) 987007549529405171 |
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